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NEWS ROOM Quick Commerce: quando la consegna sfida il cronometro

Quick Commerce: quando la consegna sfida il cronometro

Il Quick Commerce (o Q-commerce), è la nuova frontiera del commercio elettronico. Consegne velocissime, quasi istantanee, per accorciare sempre di più le distanze con il consumatore.

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Uno studio di PricewaterhouseCooper su 15.000 individui provenienti da 12 Paesi evidenziava, già nel 2018, come una buona esperienza di acquisto fosse legata a fattori quali velocità, convenienza, coerenza e cordialità. Il dilagare della pandemia di Covid-19 ha reso poi ancora più impellente la necessità di efficientare le modalità di acquisto per i clienti – specie nel contesto digitale – riducendo al minimo gli ostacoli e mettendo al centro l’essere umano.

Consegne sempre più rapide e convenienti sono alla base di quella che è stata definita, dagli stessi attori del mercato, come la terza generazione dell’eCommerce: il Quick Commerce (o Q-commerce) è un modello di commercio elettronico basato sulla consegna veloce – quasi istantanea – di piccoli quantitativi di beni. In concorrenza più o meno aperta con Amazon e con il tradizionale modello di eCommerce, la partita si gioca sul fattore tempo, consentendo al pubblico di ordinare i prodotti e di vederseli arrivare a casa in meno di un’ora, se non addirittura entro pochi minuti.

<?= $title;?> Studio “Experience is everything: Here’s how to get it right” di PwC (PricewaterhouseCooper)

Per il Quick Commerce diventa fondamentale la gestione del last mile delivery, vale a dire la logistica dell'ultimo miglio, momento cruciale nel quale avviene la consegna effettiva dei prodotti agli acquirenti e in cui le tempistiche risultano determinanti. Tipicamente, il ciclo di ordinazione e consegna viene completato in meno di un’ora, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma spesso capita che le consegne vengano portate a termine in meno di 15 minuti.

Alla base di un'infrastruttura logistica di questo tipo ci sono i Dmarts (Delivery-only local warehouses), detti anche 'dark store' o 'negozi cloud': punti vendita fisici convertiti in centri di distribuzione al dettaglio o centri di evasione degli ordini. I dark stores sono localizzati in posizioni urbane strategiche, per fare in modo che i prodotti siano vicini ai consumatori rientranti in un certo bacino d’utenza. Di norma chiusi al pubblico, presentano un assortimento limitato a prodotti strategici di largo consumo, ad esempio articoli per la cura della persona e della casa, prodotti ortofrutticoli, freschi e surgelati.

I periodi prolungati di lockdown e l'obbligo di distanziamento sociale all'interno dei negozi hanno spinto molti retailer, durante la pandemia, a trasformare i propri punti vendita in dark store, utili a far fronte alla richiesta crescente di consegne veloci a domicilio. Un esempio è la catena di supermercati Whole Foods, acquistata da Amazon nel 2017 per 13,7 miliardi di dollari, che ha riconvertito alcuni punti vendita tradizionali in dark store, con assortimento di articoli disponibile esclusivamente per i professionisti delle consegne a domicilio.

Per un apparato logistico che funzioni, i maggiori player del mercato hanno investito e continuano ad investire in tecnologie guidate dall’intelligenza artificiale che permettono di migliorare l’accuratezza delle previsioni, automatizzare alcune operazioni (ad esempio, la gestione dell’inventario in tempo reale) e garantire la disponibilità quasi immediata dei prodotti e il pronto riassortimento dei dark store.

Lo scenario del Q-commerce: dai player internazionali alle startup italiane

Il Quick Commerce è un modello già ben sviluppato in mercati come la Corea del Sud e l’India, ma è l’Europa occidentale – un’area che complessivamente presenta il terzo più alto livello di consumo pro capite al mondo nella vendita al dettaglio di alimentari, con una crescita del 4% nel 2020, secondo uno studio di Euromonitor International – ad aver attratto di recente i maggiori investimenti globali.

Tra i pionieri della consegna istantanea c'è Delivery Hero, startup fondata nel 2011 a Berlino e presente oggi in oltre 50 Paesi. Forte di partnership con oltre 15.000 attività locali, tra cui negozi all’angolo, caffè, supermercati e farmacie, Delivery Hero è in grado di far fronte in modo ottimale alle richieste di articoli provenienti da clienti nelle immediate vicinanze.

“We have now entered the era of Quick Commerce. This category offers tremendous opportunity that has gone largely untapped. l believe we can drive global leadership in this emerging segment, and I am excited to play a part in shaping the future of delivery here.”

Niklas Östberg, Co-founder & CEO di Delivery Hero

Il Gruppo Carrefour, uno dei leader mondiali nella distribuzione alimentare con una rete multiformato di 13.000 negozi in più di 30 Paesi, riesce a garantire da quest’anno in Francia consegne di circa 2.000 prodotti (alimentari e non) in meno di 15 minuti, attraverso il servizio Carrefour Sprint, frutto di una partnership con Uber Eats, che beneficia della rete di dark store di Cajoo, startup francese nata nel febbraio 2021 e pioniera del Quick Commerce.

Un caso di studio interessante è l'app di delivery Gorillas, nata a Berlino e la cui promessa di valore prevede la consegna della spesa in 10 minuti. Dal suo lancio nel 2020, la startup ha chiuso in 12 mesi un round di finanziamento di serie B da 290 milioni di dollari, raggiungendo una valutazione complessiva di oltre un miliardo di dollari. L’app è basata su di un’infrastruttura per la consegna rapida di prodotti essenziali che permette di geolocalizzare il cliente, di identificarlo nei pressi di un determinato punto vendita e di far partire tutto il flusso in seguito all’emissione dell’ordine. La preparazione della consegna di ogni prodotto all’interno dei dark store impiega un lasso di tempo compreso tra i 5 e gli 8 secondi.

L’app spagnola Glovo, lanciata a Barcellona nel 2015 permette di ordinare cibo e acquistare, ritirare ed inviare qualunque prodotto nelle città in cui il servizio è presente. Ha chiuso nell’aprile 2021 un nuovo round di finanziamento da 450 milioni di euro, volto a supportare lo sviluppo del Quick Commerce e ad avere una rete globale di 200 dark store entro la fine dell’anno. Glovo ha manifestato interesse a continuare a investire nel nostro Paese, promettendo di rafforzare il servizio grazie a nuovi investimenti, sia nell'organico che in tecnologia e infrastrutture.

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La corsa agli investimenti nel Quick Commerce non coinvolge soltanto le affermate multinazionali con sede estera, interessa anche la realtà italiana, con il suo patrimonio di vivacità imprenditoriale. Molti investimenti di successo hanno puntato sul Quick Commerce, per veicolare la propria offerta senza passare dalla GDO o dai marketplace internazionali. Le startup italiane non si sono fatte trovare impreparate.

Fra gli esperimenti da monitorare citiamo in primis Macai, app che garantisce la consegna della propria spesa su furgoncini refrigerati in soli 15 minuti dall’invio dell’ordine e il cui servizio è attivo, per adesso, nelle città di Milano e Torino. Figlia del periodo di prolungato lockdown che ha visto aumentare a dismisura le code davanti ai supermercati, ha il vantaggio di abbattere le tempistiche legate ad ogni momento dello shopping, comprese le ore trascorse nel congestionato traffico cittadino. La startup ha aperto il 20 maggio del 2021 il primo dark store nel centro di Milano e prevede di aprirne altri 40 entro la fine dell’anno.

Altra startup da tenere d’occhio – questa volta indirizzata al segmento B2B – è Vado, la quale, come affermato nel suo sito web, “permette ad aziende di ricevere, accettare, elaborare e consegnare ai rider/corrieri ordini online tramite un distributore automatico intelligente”. Con lo sviluppo di un particolare software collegato ai distributori automatici, Vado sostituisce il classico ritiro e le consegne dell’ordine da parte del rider con distributori automatici, vending machine e smart fridge. La startup italiana consente in questo modo anche ai piccoli commercianti di approcciarsi al Quick Commerce, per cavalcare l’onda e cogliere nuove eventuali opportunità.

Allontanandoci dalle grandi realtà metropolitane del nostro Paese e giungendo fino a Olbia, in Sardegna, potremmo vederci la spesa consegnata a casa in due ore da Spesati, supermercato online lanciato nel 2017 con dark store da 400 metri quadrati proprio nella città sarda. Un’operazione di investimento che si pone in controtendenza rispetto ai nuovi player del Quick Commerce e che vede una startup scommettere su di un contesto cittadino tutt'altro che metropolitano.

Con la consapevolezza che il trend del commercio online di beni alimentari (e-grocery) è in forte crescita – lo confermano sia l'Osservatorio B2C del Politecnico di Milano che Bain & Company – non ci resta che monitorare i prossimi sviluppi e capire se anche le più piccole realtà aziendali riusciranno a cogliere l’opportunità del Quick Commerce e a sfidare letteralmente il tempo.


Our sources:

https://www.pwc.com/us/en/zz-test/assets/pwc-consumer-intelligence-series-customer-experience.pdf
https://www.euromonitor.com/article/quick-commerce-in-western-europe-trends-operational-models-and-prospects
https://www.osservatori.net/it/ricerche/comunicati-stampa/crescita-ecommerce-food-grocery-in-italia
https://www.bain.com/insights/the-next-five-years-in-online-grocery-snap-chart